Chi ha responsabilità dirette di gestione dei processi produttivi sa che, purtroppo, gli effetti della crisi da COVID-19 non si esauriranno nella risoluzione delle emergenze di questi giorni, ma bisognerà farne i conti anche dopo che sarà rimessa in sicurezza la salute delle persone e verranno rimosse le restrizioni alla mobilità.
Sono già disponibili sul web i primi, interessantissimi studi che ipotizzano i possibili scenari socio-economici del futuro che verrà e che ci invitano a prepararci per quando sarà il momento di ripartire.
Nel frattempo bisogna affrontare un’emergenza che, nella maggior parte dei casi, ci ha colti impreparati e senza strumenti per reagire, nonostante la cultura manageriale e alcuni contesti normativi (tipo la legge 231/01 o le ISO 9001) propongano da tempo, con forza, l’adozione di logiche di analisi e prevenzione dei rischi nella costruzione dei modelli organizzativi.
Ci sono infatti parole, concetti, metodologie che – presuntuosamente – molti manager hanno ritenuto essere appannaggio solo delle organizzazioni più grandi e non adatte a contesti più circoscritti: ci riferiamo, solo per fare qualche esempio, al Business Continuity Management (BCM), alle metriche di valutazione della sostenibilità dei profili di rischio attuali, alla definizione di strategie di gestione e KPI di monitoraggio dei rischi.
COVID-19 ci sta invece dimostrando che questi sono concetti che riguardano tutti, indipendentemente dalla grandezza e complessità dell’organizzazione, e a questi, pur nell’urgenza di trovare delle soluzioni ai problemi che ci troviamo ad affrontare, bisogna ispirarsi subito, consci che poi queste soluzioni andranno in qualche modo messe a sistema.
In questo articolo proviamo a fare il punto della situazione sulle misure urgenti da mettere in atto in produzione di fronte ad una crisi come il COVID-19.
In un successivo articolo cercheremo di dare una chiave di lettura su come affrontare nel modo migliore la ripresa.
Protezione della salute dei propri lavoratori
È il primo task da affrontare. La continuità della produzione e le misure restrittive sono chiamate a trovare un difficile equilibrio, in un contesto che cambia di ora in ora, e che non può prescindere da una sana e robusta comunicazione "a doppio senso di marcia" tra lavoratori e datore di lavoro. Istruzioni chiare e ben trasmesse, relazioni sindacali aperte e rispettose delle posizioni di tutti, flessibilità nella ricerca delle soluzioni e nell’ascolto attivo di chi si sente insicuro sono alcuni degli elementi-chiave su cui porre l’attenzione.
In produzione c’è poi da riconfigurare continuamente cicli di lavoro, turnazione delle maestranze, frammentazione degli ordini: la pianificazione attraverso sistema gestionale fatica a stare dietro a tutte le variazioni e le decisioni vengono per lo più prese senza la possibilità di una verifica preliminare. Sotto questo aspetto, strumenti di simulazione dei carichi di lavoro, opportunamente configurati sulla contingenza e gestiti off-line per non stravolgere i dati inseriti a sistema, possono essere di grande aiuto per valutare l’avanzamento della produzione (scopri SIMULA per saperne di più).
Centralità del comando - Comitato di crisi
La catena di comando, in momenti di crisi, deve essere la più corta possibile. Le organizzazioni più grandi attivano un Comitato di crisi, che risponde direttamente all’Amministratore Delegato e che sovrintende alle problematiche di tutte le funzioni aziendali, nessuna esclusa, assicurando risposte rapide e massima decisione nell’ambito di un codice di comportamento deliberato in tempi normali e attivato alla bisogna. Più è piccola l’organizzazione, più è probabile che alcune responsabilità siano accorpate in un numero ristretto di persone e che manchi un codice di comportamento valido per i momenti di crisi.
In ogni caso, la regola è "just do it!", no alle discussioni, ai personalismi e ai tentennamenti, che rischiano di essere fatali: qualcuno deve per forza assumersi la responsabilità di prendere le decisioni e di farle rispettare. Chi si occupa della produzione potrebbe trovarsi in difficoltà, ma deve poter contare su una catena di comando sicura.
Poi si metteranno le cose in chiaro e, finita la crisi, si imparerà la lezione e ci si darà regole di comportamento condivise, per gestire le situazioni straordinarie.
Francesco Curcio