Continuiamo a parlare della necessità di ricorrere a strumenti e modelli comportamentali straordinari per fronteggiare al meglio gli aspetti più cruciali ed urgenti della gestione della produzione in tempo di crisi.
Nel precedente articolo siamo partiti da due temi fondamentali: la messa in sicurezza della salute dei lavoratori chiamati a dare continuità ai flussi produttivi e l’attivazione di un comitato di crisi per accorciare la catena di comando e garantire decisioni autorevoli e immediate.
In questo articolo affrontiamo altri due aspetti, non meno urgenti e importanti.
Stabilizzare la Supply Chain
In Italia abbiamo capito, già nei primi giorni di gennaio, qual è il valore di una filiera di fornitura resiliente, capace di reagire a qualsiasi imprevisto.
Con le prime avvisaglie di COVID-19 in Cina, praticamente tutte le filiere produttive sono andate in crisi per assenza di alternative sufficientemente valide.
Adesso che la crisi è anche nelle nostre fabbriche, il rischio di rotture di stock e la mancanza di materiale sono una realtà. Non progettando le soluzioni e limitandosi a reagire di volta in volta alle circostanze del momento, è facile creare danni maggiori, perdendo il controllo con reazioni sconsiderate e alimentando pericolosi loop negativi.
Soprattutto, nell’immediato bisogna avere la lungimiranza di non forzare la mano sui fornitori con richieste ingiustificate o pretese irrealizzabili, perché sicuramente anche loro stanno affrontando gli stessi problemi, ma di attivare uno scambio costante e puntuale che faciliti l’avanzamento di solo ciò che serve.
Per tamponare l'emergenza si rivelano particolarmente efficaci strumenti flessibili e di facile configurazione per attivare protocolli di comunicazione degli ordini a fornitore e tracciare in tempo reale, lungo la filiera, lo stato delle lavorazioni e la capacità di reazione alle inevitabili modifiche di quantità o data consegna (scopri SYNKRO per saperne di più).
Anche qui, usciti dalla crisi, bisognerà però mettersi al tavolo e riconfigurare i processi di fornitura in modo più saggio e consapevole.
Assicurare liquidità all’impresa
Brusche frenate alla produzione determinano inevitabili conseguenze sulla liquidità a breve dell’impresa, e senza liquidità non si riesce a far fronte ai bisogni primari (stipendi, acquisti, etc) che ne garantiscono la continuità.
Procurarsi, pertanto, le risorse necessarie a far fronte a questi impegni, negoziare l’apertura di linee di credito e mettere in sicurezza i flussi di cassa sono alcune delle preoccupazioni maggiori e più urgenti da porre in atto all’apertura di una crisi.
Bisognerà monitorare attentamente gli incassi e gli immobilizzi di magazzino, sarà necessario centralizzare i pagamenti e rivedere alcuni accordi economici con fornitori e clienti, andranno valutate tutte le opportunità di accesso ad eventuali agevolazioni fiscali straordinarie.
Poi, una volta finita la crisi, si ragionerà su progetti di riduzione costi, disinvestimenti o operazioni M&A.
Francesco Curcio